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Visualizzazione dei post da febbraio, 2020

Kierkegaard 3

L'ANGOSCIA E LA DISPERAZIONE  L'uomo, difronte a essa, prova un inevitabile sentimento di angoscia , cioè di vertigine, di timore indefinito di sbagliare , di scegliere il male, in quanto è consapevole che nella scelta è messa in gioco la sua stessa vita.  La scelta esistenziale è sempre decisione tra alternative opposte, contraddittorie, fra estremi inconciliabili, e pertanto comporta un'assunzione radicale di responsabilità che per l'uomo è difficile da sostenere.  L'altro sentimento fondamentale che caratterizza l'esistenza umana è la disperazione , che riguarda anch'essa la possibilità, ma non in quanto riferita al mondo , come nel caso dell'angoscia, bensì all'essere stesso del soggetto .  Quest'ultimo è infatti lacerato da un'interna contraddizione: da un lato vuole il proprio essere, ma si scontra inevitabilmente  con i propri limiti e la propria finitezza; dall'altro vuole disfarsi di sé per aspirare a un io migliore,

Kierkegaard 2

LA VITA RELIGIOSA  Da ciò deriva un diffuso senso di colpa e il pentimento per aver creduto nella propria autosufficienza; sentimento che, poco alla volta, fa affiorare l'esigenza della vita religiosa , vale a dire la necessità di fare il salto dell'etica alla fede.   Il Timore e Tremore, un'opera incentrata sulla figura di Abramo, Kierkegaard descrive la portata sconvolgente di questo passaggio. Il patriarca biblico accetta di sacrificare Isacco, il suo unico figlio, perché Dio glielo ha comandato. Ecco il paradosso della fede: Abramo il qualità di padre, era tenuto a salvaguardare la vita del figlio; questo gli dettava la norma morale. La fede però gli comanda l'opposto di quanto è ragionevole dal punto di vista degli uomini e delle leggi.  La vita religiosa segna il culmine dell'esistenza umana che, per Kierkegaard, è fondata sulla scelta.  Per il filosofo, infatti, l'esistere dell'uomo è concepito come ex-sistere, "uscire da sé", cont

Kierkegaard

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LE POSSIBILITA' E LE SCELTE DELL'ESISTENZA  Per Kierkegaard l'esistenza si configura come una dimensione profondamente problematica, priva di certezze, attraversata dal dubbio e dall'inquietudine. Drammaticità, in particolare, è la scelta tra le possibilità fondamentali dell'esistenza: la vita estetica, la vita etica e la vita religiosa.  LA VITA ESTETICA E LA VITA ETICA La vita estetica è propria di colui che vive l'attimo, l'istante eccezionale, cercando di assaporare il piacere della vita. Figure emblematiche di questa condizione sono Johannes, il protagonista del Diario di un seduttore intellettuale, e Don Giovanni, l'eroe mozartiano simbolo del seduttore sensuale.  Noia e insensatezza, però, affiorano in questo tipo di vita, rendendo l'esteta consapevole della propria insufficienza e della propria miseria e gettandolo nella disperazione più nera.  L'alternativa è, per lui, la vita etica , impersonata dalla figura del marit

Nietzsche 3

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L'UOMO NUOVO E IL SUPERAMENTO DEL NICHILISMO: IL FANCIULLINO Secondo Nietzsche soltanto l'oltreuomo, che si è liberato dai condizionamenti esterni e da ogni consolazione dottrinale, ha detto "si" alla vita e ha accolto fino in fondo la condizione tragica e dionisiaca dell'esistenza, può accettare e superare il nichilismo radicale del mondo privo di Dio e dei valori. Il suo avvento viene annunciato dal profeta Zarathustra, nell'ora del <meriggio>, ed egli è simbolicamente raffigurato come un fanciullo ridente, circondato di luce. Tale immagine indica la sua natura gioiosa, libera, innocente: l'oltreuomo, infatti, sa godere del corpo, della vita e dei suoi valori; inoltre, è in grado di sostenere l'idea dell'eterno ritorno dell'uguale, un pensiero talmente grande e impegnativo da essere definito abissale. Esso consiste nell'ipotesi che la storia sia un grande circolo, in cui tutti i fatti e gli avvenimenti sono destinati a ripeter