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Visualizzazione dei post da dicembre, 2019
IL DOLORE COME ESSENZA DELLA VITA La vita umana è come un pendolo, che oscilla senza fine tra il desiderio e la noia, trovando la pace solo nel fugace e transitorio istante del piacere, intenso come cessazione del dolore. La volontà colta nell'esperienza corporea non è l'essenza unicamente dell'uomo, bensì di tutto l'universo, un principio universale di cui la molteplicità degli esseri non è che manifestazione e oggettivazione.  Tutto, nel mondo, è accumunato dallo stesso cieco impulso che comporta inquietudine e dolore: esso è il noumeno, la "cosa in sé" sottesa alla realtà. VERSO IL NIRVANA  Tuttavia, per Schopenhauer esistono tre vie di liberazione dal dolore: l'arte, la morale l'ascesi. L'esperienza estetica costituisce un primo tentativo di affiancarsi dalla volontà, in quanto, attraverso la contemplazione  disinteressata dell'oggetto, disattiva il desiderio e sentimenti negativi a esso sono inevitabilmente concessi. La morale, poi

Schopenhauer

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SCHOPENHAUER: rappresentazione e volontà  Secondo Schopenhauer è possibile offrire una duplice visione del mondo: quella scientifica, che appunto lo descrive nel suo apparire esteriore e fenomenico come  <rappresentazione>;  e quella filosofica, la quale, andando oltre i fenomeni, arriva a comprendere che la sua essenza consiste nella <volontà>. IL MONDO COME REALTA' FENOMENICA  Queste due prospettive vengono sviluppate nell'opera maggiore del filosofo- il mondo come volontà e rappresentazione. Dire che il mondo è una nostra rappresentazione significa che esso è dato sempre e soltanto in relazione ai nostri organi di senso e alle nostre facoltà conoscitive: le forme a priori dello spazio e del tempo e la categoria della casualità. In questo senso, le cose sono un reticolo di connessioni elaborate in virtù dei principi di individuazione e di ragion sufficiente, con i quali il soggetto "filtra" ogni dato percettivo. Per Schopenhauer tale dimensione fe