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Visualizzazione dei post da settembre, 2019

SCHELLING

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L’IDEALISMO ESTETICO DI SCHELLING (come di conciliano soggetto e oggetto, spirito e natura?) Per Schelling, entusiasta ammiratore della natura, questa è una realtà in sé, già da sempre intrisa di spiritualità: l’assoluto è l’unità di natura e spirito. È per questo motivo che la filosofia, in quanto   < scienza dell’assoluto>, cercando di coglierne l’unità inscindibile può seguire due direzioni di ricerca complementari: la filosofia della natura che, partendo dalla natura , giunge allo spirito, e la filosofia dello spirito che, partendo dallo spirito, giunge alla natura.   Infatti spirito e natura sono due modalità di realizzazione e di espressione dell’assoluto.     La filosofia della natura riconosce come la natura sia <spirito visibile>; la filosofia dello spirito coglie nello spirito una <natura invisibile>. Natura e spirito sono come le due facce della stessa medaglia, i due risvolti del medesimo principio infinito e assoluto che in essi si realizza

FICHTE

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          IDEALISMO ETICO DI FICHTE (Come si può superare la contrapposizione tra la conoscenza sensibile e aspirazione all’infinito?) Secondo  Fichte è possibile superare tale contraddizione procedendo oltre la posizione kantiana e dunque negando la cosa in sé. Tutto il reale è infatti da lui concepito come una creazione dell’io, pura coscienza, azione e libertà incondizionata, che non risulta limitata da una realtà esterna indipendente.  La vita dell’io si dispiega in un processo creativo e infinito  composto di tre momenti: 1.        L’io pone se stesso come autocoscienza 2.        L’io oppone a sé un non io, ossia il mondo, quale condizione della sua stessa attività che necessita di un ostacolo da superare per la piena realizzazione di sé. 3.        L’io oppone, nell’io, all’io divisibile un non io divisibile, cioè, avendo posto il non io come correlato indispensabile della sua attività, l’io si frantuma nei singoli io empirici e finiti contrapposti a