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Bergson

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BERGSON E L'ESSENZA DEL TEMPO Per Bergson la vita della coscienza coincide con la memoria, della quale riconosce tre aspett i:  il ricordo puro, ossia la durata spirituale, il deposito inconscio di tutte le esperienze passate, mantenute nella forma in cui si erano presentate in origine il ricordo materiale, l'atto con cui quel passato si materializza, facendosi in parte presente qui e ora la percezione, la facoltà che ci lega al mondo esterno e ha la funzione di selezionare i dati che sono più utili ai fini delle nostre attività concrete.  L'organo che fa da meditazione e da filtro tra i contenuti del ricordo puo e le esigenze della realtà è il cervello. Il filosofo fonda la sua concezione su una distinzione fondamentale: quella tra "tempo della scienza", esteriore e misurabile (tempo degli orologi), e "tempo interiore o vissuto", il tempo della durata, trascurato dalle scienze sperimentali ma essenziale per la nostra identità di uomini i

Freud e Jung

FORMAZIONE DELL'IDENTITA' E VALORI MORALI LA VISIONE FREUDIANA DELL'IO FRA <TRE SEVERI PADRONI> al principio filosofico irrazionale che sta alla base dell'io nella visione di Schopenhauer e di Nietzsche corrisponde il concetto di "Es" teorizzato da Sigmund Freud. Nel momento in cui anche un medico di formazione positivista come lui giunge a formulare l'esistenza di un'energia che agisce al di fuori della consapevolezza e del controllo dell'io razionale, la crisi del soggetto diventa davvero la cornice di riferimento culturale di un intero periodo storico, con rilevanti conseguenze sociali anche a lungo termine, che riguardano pure la dimensione dei valori. Per Freud i valori sono radicati nella stessa soggettività, derivando dalla sua identificazione con le figure "autorevoli" che nell'infanzia presiedono all'educazione; costituiscono il nucleo del Super-Io, uno dei <tre severi padroni, insieme all' Es e alla

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GLI SVILUPPI DELLA PSICOANALISI Tra il 1911 e il 1913 si costituiscono due correnti psicoanalitiche dissidenti, formate da persone che fino ad allora avevano svolto un ruolo importante della società psicoanalitica: Adler e Jung. Per Adler il libido sessuale rappresenta soltanto una parte di una più generale tendenza all'autoaffermazione, pulsione che egli, mutuando una termologia nietzscheana, definisce <volontà di potenza>. Tale istinto è presente già nei bambini, i quali. di fronte a un mondo ancora sconosciuto, in cui vivono personaggi più grandi, più forti e più esperti di loro- avvertono un <sentimento di inferiorità>.Se gli apporti ambientali gli saranno favorevoli, il bambino sarà il grado di superare in modo graduale e positivo il suo disagio; se, al contrario, gli stimoli saranno negativi, è probabile che egli scivoli nel <complesso di inferiorità>, ossia in una condizione patologia.  Anche Jung si rifiuta di considerare i contenuti della rimozione i

Freud 4

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L'ORIGINE DELLA SOCIETA' E DELLA MORALE Secondo Freud- il quale estende ai fenomeni sociali i principi scoperti a proposito dello sviluppo della psicosessuale dell'individuo- la società, la morale e la religione deriverebbero dall'esigenza del gruppo sociale di contenere ed elaborare istinti e pulsioni universali ma inaccettabili, perché distruttivi e immorali.  L'osservazione(indiretta) di varie popolazioni primitive offre a Freud l'esempio di una modalità di organizzazione sociale che sembra confermare le sue ipotesi: quella totemica. Essa gli appare come la forma simbolica attraverso cui la collettività riesce a esprimere in modo controllato e responsabile l'istinto primordiale all'incesto e l'aggressività che ne deriva. I divieti e le proibizioni sanciti dal totemismo (i tabù) rappresentano i modelli embrionali di quelle stesse norme di carattere morale, religioso e civile che regolano le società moderne; norme considerate da Freud modalit

Freud 3

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LA TEORIA SULLA SESSUALITA' Freud delinea un'innovativa teoria della sessualità, intesa, genericamente, come ricerca del piacere erotico. Esso si discosta dalle teorie tradizionali, in quanto considera l'istinto sessuale come un'energia avente propri, indipendentemente da un oggetto e un fine determinati. La pulsione sessuale viene indicata con il termine libido, cioè una forza che può essere applicata a una molteplicità di oggetti indirizzata a varie mete, deviando da quella che viene considerata la sua destinazione normale: la procreazione.  La plasticità e il polimorfismo della libido consentono a Freud di comprendere non solo il meccanismo di formazione dei sintomi nevrotici, ma anche le cosiddette perversioni sessuali, che appaiono come il diverso orientamento assunto dall'energia sessuale a causa di articolari ostacoli incontrati nel corso del suo sviluppo. Una tale concezione dinamica della libido conduce Freud alla scoperta della sessualità infantile

Freud 2

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LA COMPLESSITA' DELLA MENTE UMANA E LA NEVROSI Alla luce dell'autoanalisi e dell'esperienza clinica, Freud arriva a elaborare una prima descrizione della psiche, che viene definita dagli studiosi "prima topica", in quanto individua "zone" distinte all'interno della personalità dell'uomo. Esse sono tre:   la coscienza, cioè la parte consapevole del nostro pensiero   l'inconscio, cioè la zona inconsapevole, in cui vengono rimosse le pulsioni, le tendenze e i ricordi inaccettabili e giudicati immorali  il preconscio, che, a differenza dell'inconscio, è caratterizzato da contenuti temporaneamente inconsapevoli, ma passibili di accedere alla coscienza.  Il meccanismo della rimozione, con cui il soggetto respinge nell'inconscio le pulsioni inconciliabili con le istanze morali, viene descritto da Freud come un meccanismo di  meccanismo di difesa, che consiste in una particolare forma di oblio. Essa è un atto inconsapevole, cioè si

Freud 1

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LA VIA D'ACCESSO ALL'INCONSCIO: Secondo Sigmund Freud, il padre della psicoanalisi, esiste una dimensione inconscia della vita psichica, in cui vengono rimossi impulsi, tendenze, ricordi (generalmente a carattere sessuale) considerati "pericolosi" della conoscenza morale del soggetto. Egli, quindi, trasforma radicalmente l'immagine dell'io, della coscienza e della personalità in cui l'uomo si era rispecchiato per secoli: se prima questi era considerato "forte", padrone di sé e della sua fera spirituale, nella prospettiva freudiana non può che riconoscersi come una figura dipendente, dominata da pulsioni di cui non ha il pieno controllo, caratterizzata da profondi conflitti interiori.  La via privilegiata d'accesso all'inconscio è per Freud l'interpretazione dei sogni, che secondo lui sono l'espressione di desideri profondi. Nei sogni egli individua due livelli di significato: un livello manifesto, che coincide con la scena