Freud 1

LA VIA D'ACCESSO ALL'INCONSCIO:

Secondo Sigmund Freud, il padre della psicoanalisi, esiste una dimensione inconscia della vita psichica, in cui vengono rimossi impulsi, tendenze, ricordi (generalmente a carattere sessuale) considerati "pericolosi" della conoscenza morale del soggetto. Egli, quindi, trasforma radicalmente l'immagine dell'io, della coscienza e della personalità in cui l'uomo si era rispecchiato per secoli: se prima questi era considerato "forte", padrone di sé e della sua fera spirituale, nella prospettiva freudiana non può che riconoscersi come una figura dipendente, dominata da pulsioni di cui non ha il pieno controllo, caratterizzata da profondi conflitti interiori. 
La via privilegiata d'accesso all'inconscio è per Freud l'interpretazione dei sogni, che secondo lui sono l'espressione di desideri profondi. Nei sogni egli individua due livelli di significato: un livello manifesto, che coincide con la scena del sogno così come viene raccontato e vissuta,  livello latente, che costituisce la dimensione pulsionale censurata ed espressa nella scena manifesta solo in modo velato e camuffato. Questo secondo livello necessita di un'interpretazione, proprio perché il suo significato, essendo sottoposto alla censura del soggetto, subisce una trasformazione e viene reso irriconoscibile attraverso varie tecniche (il cosiddetto lavoro onirico). Insieme ai sogni vi sono, secondo Freud, anche altri segnali del comportamento umano che rilevano la presenza di un conflitto interiore: si tratta dei lapsus e degli atti mancati. Se nel sogno alcuni elementi rimossi tendono a venire alla luce incontrando l'opposizione della censura, che ne trasfigura le sembianze rendendoli tollerabili per la coscienza, negli atti mancati si tratta di errori nell'uso del linguaggio o nelle azioni, che si compiono per l'intervento di una tendenza inconsapevole la quale, vincendo le barriere della censura, turba il comportamento normale.   

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